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Editoriale ottobre

d. Giovanni Ricchiuti, Presidente
Stiamo vivendo giorni segnati da molta violenza. Penso all’ultimo attentato con tanti morti
alla Sinagoga di Pittsburgh negli Usa. Mi viene in mente una frase di Prodi, di molti anni fa,
all’indomani di qualche attentato e uccisione in Palestina e Israele:
“Finchè ogni parte conterà
sempre i propri morti, la risposta sarà sempre di violenza”.
Ci stiamo avvicinando alla Giornata
ONU per il popolo Palestinese, 1 dicembre a Torino. E oggi forse non si da spazio sui mezzi di
informazione che c’è una parte di opinione pubblica in Israele che è contraria a questa
situazione di occupazione e di violenza.
Oggi assistiamo anche a
Esodi Biblici,
dall’Honduras al Messico…. Viaggi estenuanti di migliaia
e migliaia di persone. Dobbiamo ribadire che i migranti sono persone, non classificabili in
categorie, come ad es. migrante economico o altro. Chi scappa dalla guerra, chi scappa perchè
non ha futuro o lavoro… Che differenza c’è? E’ una differenza costruita in modo artificile,
creata volutamente. I mezzi di informazione lavorano piano piano per costruire questa
mentalità, che porta a distinguere e scegliere chi accogliere… E’ una disinformazione di chi
vuole soffiare sul fuoco.
Come il rigurgito, che va chiamato con il suo nome, dei gruppi fascisti. Questo crea un clima di
violenza che non è solo verbale. Assistiamo continuamente a episodi di violenza e scontri.
Per noi, impegnati alla formazione e alla educazione alla nonviolenza, al dialogo, al confronto,
alla pace…, questi comportamenti non possono essere accettati, in nessun modo! A volte
queste idee di violenza e razzismo rischiano di annidarsi anche nelle nostre comunità. E’ un
impegno a cui non possiamo rinunciare, anche se a volte sembra troppo faticoso.
E’ un mondo in grande subbuglio e il sopravvento lo stanno prendendo ancora una volta i tanti
poteri, il potere dei militari, il potere di chi persegue i propri interessi, ecc..
Pensiamo al Brasile, e a tante altre situazioni anche vicino a noi oltre che internazionali.
E vedo che diventa difficile fare un passo indietro.
E questo crea un clima di grande incertezza e paura. E’ chiaro che noi, come Pax Christi e come
popolo della pace, continuiamo a ripetere che con tutto questo non abbiamo nulla da spartire.
Continuiamo il nostro cammino, il nostro impegno di formazione, educazione e denuncia.
In modo particolare proprio a riguardo delle armi.
Ci sono politiche che sono terroristiche. Penso alla nasciata del fascismo e del razzismo in
Italia. Dobbiamo denunciare questo clima in cui si punta a spargere terrore.
Noi continuiamo in questo atteggiamento, anche con la denuncia, non solo volendo che le cose
cambino, ma impegnandoci perchè le cose cambino.