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Settimana di spiritualità per la pace – Parlare con Dio sui sentieri dell’umanità

Tommaso Di Lauro

“Parlare di Dio sui sentieri dell’umanità”

E’ questo il titolo della “Settimana di spiritualità per la pace”, ideata e condotta da Gianni Novello e Giuliana Bonino tenutasi dal 3 all’8 luglio scorsi presso la Casa per la Pace di Pax Christi (Impruneta – Firenze) dopo anni di chiusura forzata a causa della pandemia. Un momento davvero speciale di ritorno in presenza con intense giornate di studio, dibattiti e confronti.

In questi giorni, immersi in un ambiente circondato da cipressi ed oliveti, si sono alternati vescovi, teologi, biblisti, giornalisti, uomini e donne di grande spiritualità.

Moderatore degli incontri è stato Gianni Novello, cresciuto con l’esperienza ecumenica di Taizè, poi lungo il cammino di Pax Christi come vicepresidente e poi ancora come componente del Comitato Esecutivo internazionale, che ha conseguito nell’83 sotto la presidenza di mons. Luigi Bettazzi, il Premio mondiale della Pace dall’Unesco. A dare anche un grande apporto all’iniziativa è stato Mons. Luigi Bettazzi, una delle figure più eminenti e carismatiche del dialogo tra varie culture e fedi, già Vescovo ausiliare di Bologna e per lunghi anni Vescovo di Ivrea, oggi ultimo padre conciliare vivente che il prossimo 26 novembre compirà 99 anni.

“Note per una lettura popolare della Bibbia”

La settimana di spiritualità ha visto come primo appassionato intervento quello di Maria Soave Buscemi, biblista milanese e naturalizzata brasiliana, missionaria laica “fidei donum”, che da anni cammina a fianco delle donne e dei popoli latino americani.

Davvero un “dono di fede” le sue lezioni che incoraggiano a leggere la Sacra Scrittura in modo innovativo, attraverso un metodo conosciuto come “lettura popolare della Bibbia”, che si avvale di accurate traduzioni, conoscenze di archeologia, metodi scientifici, storia e filologia, a cui si aggiunge anche la “lettura comunitaria”, fatta soprattutto “come popolo”, a partire dalle sue domande, dai poveri, dagli ultimi e dagli esclusi.

Maria Soave Buscemi da anni su indicazione della CEI forma i missionari italiani in partenza per l’America Latina. Educatrice, ha coinvolto i partecipanti a questa settimana di spiritualità anche col canto e la preghiera, invitando tutti a riappropriarsi della Bibbia e ad adottare questa forma di “lettura innovativa” delle Sacre Scritture.

Molte spiegazioni dei testi biblici, avvalendosi di un coscienzioso approfondimento filologico della realtà storica, economica, sociale, politica e religiosa del tempo, riscoprono allora elementi “trascurati” rispetto alla loro importanza o persino “alterati” nel loro profondo significato. La domanda che spesso è emersa durante le lezioni è stata: a chi giova?

Da questo lavoro affiora dunque un ulteriore luce e un’ulteriore ricchezza, che parla degli uomini del Vecchio e del Nuovo Testamento, ma anche dell’importanza del “ruolo femminile”, troppo spesso dimenticato, escluso dalle dinamiche dei “protagonisti” e messo intenzionalmente ai margini a causa di una cultura marcatamente patriarcale, che in “occidente” e particolarmente in Europa, si è affermata lasciando sempre troppo poco spazio alle donne. Da questo lavoro di ricerca sono emersi dunque affascinanti risvolti muliebri sia umani che spirituali.

A tal proposito segnaliamo alcuni testi significativi: “Noi che osiamo dubitare” (di Maria Soave Buscemi) e “Bibbia parola di liberazione. Per una lettura popolare della vita e della Bibbia”, in cui Maria Soave Buscemi lavora con altri autorevoli esperti: Luiz Jose Dietrich, Ildo Bohn Gass (Editrice San Lorenzo).

“La preghiera quotidiana”

La preghiera e la S. Messa quotidiana celebrata ogni giorno da mons. Luigi Bettazzi, hanno favorito la creazione di un clima davvero sereno, fraterno. Quotidianamente le riflessioni dei relatori chiamati a parlare sono state accompagnate dalle lodi del mattino e della sera, da un salmo, da testi provenienti da “altre culture” e da un ricordo memore e riconoscente verso grandi testimoni del pensiero non violento, dell’impegno per il bene comune e per la pace: Mahatma Gandhi, Arturo Paoli, David Maria Turoldo, Oscar Romero, Alda Merini, Dietrich Bonhoeffer, Simone Weil, Tonino Bello, Edith Stein, Charles de Foucault e tanti altri. Una preghiera, breve, semplice e naturale che ha risvegliato il cuore di tutti.

“Guardare alla teologia del futuro dalle spalle dei nostri giganti”

Brunetto Salvarani, docente di Teologia della Missione e del Dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, giornalista, esperto di dialogo ecumenico e interreligioso e Marinella Perroni, biblista, già presidente del Coordinamento Teologhe Italiane, docente al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, hanno presentato il tema: “Guardare alla teologia del futuro dalle spalle dei nostri giganti”.

Dalla loro intesa è nato un libro (Edito da Claudiana) con lo stesso titolo che ha poi ispirato il loro lavoro alla “settimana di Impruneta”, alla ricerca di una riflessione teologica sempre fedele al Vangelo e alle intuizioni profetiche del Concilio Vaticano II.

La vita delle Chiese dipende anche dalla qualità delle riflessioni teologiche e soprattutto dalla loro capacità di guardare in avanti, cioè di preparate il futuro, hanno ribadito Brunetto Salvarani e Marinella Perroni, spiegando ai presenti, quanto è ancora grande l’impegno dei teologi che – nonostante questi tempi difficili – continuano a praticare la dura disciplina della ricerca, della discussione e del confronto.

La grande sfida da superare è appunto questo “cambiamento d’epoca”, la modernità. L’obiettivo è continuare a riuscire ad orientarsi nel pluralismo dei pensieri e dei saperi. In questo libro gli autori hanno ricostruito una mappa del pensiero teologico guardando al pensiero di ventisei teologi e teologhe recentemente scomparsi. Riscoprendone il pensiero, certamente potremo trovare alcuni “semi” utili a costruire il futuro, hanno ancora ribadito.

Quella di Brunetto Salvarani e di Marinella Perroni è una ricerca consegnata anche alle nuove generazioni. Per loro, il pensiero teologico non pretende di costruire “per sempre”, ma di “di continuo”, in quanto ha il compito di vigilare su un futuro che è “sempre in gestazione”.

“Dall’idolatria dell’io alla pratica della noi. Custodire e coltivare la cura”

Le riflessioni di Mons. Luigi Bettazzi – vescovo e padre conciliare – hanno trattato il tema: “Dall’idolatria dell’io alla pratica della noi. Custodire e coltivare la cura”. Le considerazioni del Vescovo Bettazzi si sono spinte su questioni davvero decisive che oggi interpellano fortemente i cristiani, in quanto hanno affrontato il tema della pace in un periodo di grande confusione e di guerra ai confini dell’Europa, in un mondo tutto incentrato sulle ragioni di un “io” solitario, autoreferenziale, purtroppo un “io” anche religioso, di gruppo e di nazione, che non considera gli altri e che, guardando solo ai propri interessi, provoca spesso molti guai.

Il cristianesimo deve essere invece la realizzazione del “mondo del noi” ha sostenuto con forza mons. Bettazzi e “fratelli in pace tra loro”.

Il mondo di Dio guarda all’esempio di Gesù, vissuto mettendo in pratica il suo “essere in mezzo alla gente”, andando per città e villaggi a predicare il Regno di Dio, guarendo chi ne aveva bisogno, una testimonianza che deve essere raccolta anche da noi che abbiamo avuto la fortuna di “ricevere la Parola”.

I Cristiani, non solo i cattolici, hanno dunque il dovere di aiutare gli altri farsi portatori del “lieto annuncio” e portatori di Pace ovunque.

L’Europa deve attivare urgentemente la sua diplomazia ha detto Mons. Bettazzi. L’Unione Europea non è cattolica ma le sue radici sono cristiane, per questo è assolutamente importante continuare a muoversi ecumenicamente. Dobbiamo dunque coinvolgere anche le altre confessioni.

“Echi conclusivi tra i partecipanti: verso una Teologia per la Pace”

Nonostante i tanti impegni anche Mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente nazionale di Pax Christi, ha voluto essere presente a questa Settimana di spiritualità. L’occasione è stata propizia per ringraziare organizzatori, relatori, partecipanti, per presentare le iniziative del Movimento e anche alcune sue riflessioni sulla Pace e sulla situazione internazionale.

Oltre alla visita di Mons. Giovanni Ricchiuti, che è anche Vescovo di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti, grande interesse tra i partecipanti ha suscitato la lettera del 15 maggio scorso di Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, inviata ai responsabili di tutte le Facoltà e Istituti teologici d’Italia, volta a promuovere nuovi percorsi didattici ispirati a una “Teologia della Pace”.

Per molti anni infatti il principio della “deterrenza nucleare” ha illuso il mondo che le guerre fossero d’improvviso scomparse. Il documento spiega invece nel dettaglio che non è stato così, in Indocina, Corea, Vietnam, Cambogia, Algeria e in Africa, dove molte guerre (coloniali e post coloniali) non hanno mai avuto tregua.

A queste guerre poi si sono poi aggiunte anche le sanguinose forme di repressione militare in Sud e Centro America e i conflitti si sono ulteriormente moltiplicati: Iraq (due guerre), Afghanistan, Libia, Yemen, ex Jugoslavia, Siria e poi ancora in Africa, fino alla “operazione speciale” in corso oggi in Ucraina.

Siamo di fronte a “fabbriche di profughi e di odio” che non si estinguono e che non possono trovare alcuna giustificazione né morale e neppure religiosa. Così non è possibile andare avanti afferma il prof. Tanzarella. Serve una adeguata revisione della “ratio studiorum”. L’insegnamento della teologia deve portare alla condanna di ogni tentativo religioso di giustificare la guerra. I nuovi progetti didattici devono ispirarsi a una “Teologia per la Pace”.

Impruneta (Firenze)

Casa della Pace, 3 – 8 luglio 2022