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Fari di Pace – Mai più la guerra –  Tutte le guerre passano dai porti – la guerra comincia a La Spezia

Norberto e don Renato

Gli organizzatori della tradizionale Marcia per la Pace, partiti da Savona in dicembre, passati per Genova in aprile, i “Fari di pace” toccheranno La Spezia in autunno.  Poi proseguiranno per altre destinazioni.

A La Spezia il percorso dei “Fari di pace” intende promuovere prossimamente un confronto pubblico su questi temi – e anche una testimonianza di impegno contro la guerra, in una forma ancora da organizzare – a cui invita sin d’ora cittadini, associazioni laiche e religiose, sindacati, autorità.

Il valore aggiunto nel nostro percorso è quello di chiamare anche la Chiesa locale, dal Vescovo, ove disponibile, alle varie associazioni cattoliche presenti nella diocesi per dare seguito ai ripetuti appelli di Papa Francesco ad interrompere il traffico di armi che alimentano i conflitti ed a preparare una conversione dalla mentalità bellicista ad un diverso modo di regolare pacificamente le controversie internazionali, cui dovrebbe seguire una conversione della stessa industria armiera.

Ci sarà un’occasione per riflettere insieme sulle guerre che non finiscono e sulle alternative alla guerra, in un quadro che tenga insieme la visione globale e le urgenze locali, l’economia, l’ambiente, la salute, la società.

Il quadro generale è allarmante.

Mentre si apprestava a recuperare dopo due anni di pandemia, l’Europa è caduta nella spirale della guerra, con il suo seguito di vittime ma anche di migrazioni forzate, razionamento energetico, penuria di generi di prima necessità, inflazione.

Dopo avere per decenni esportato armi per tutti i conflitti mediorientali e africani, ora i governi europei vogliono gonfiare le spese militari per continuare indefinitamente la guerra ucraina.

Nel nostro paese, il rilancio economico e la spesa sociale del recovery plan rischiano di passare in secondo piano, ridimensionati dalle urgenze globali e militari.

Nell’area della Spezia rimangono aperte molte questioni che si trascinano da decenni, per la cui soluzione si sono battuti cittadini, associazioni, sindacati:

  • lo sviluppo del porto commerciale, anche attraverso la restituzione alla città di almeno parte delle aree inutilizzate dell’Arsenale;
  • le bonifiche ambientali di importanti aree urbane e periurbane (discarica di Pitelli, ex raffineria IP, Campo di Ferro);
  • l’uscita dall’energia fossile (dal carbone per la centrale elettrica Enel, dal gas del rigassificatore di Panigaglia);
  • la qualità del lavoro nel sito cantieristico del Muggiano;
  • il destino aziendale dei poli produttivi per la difesa (Fincantieri, Leonardo-Oto Melara). Su questi temi intendiamo contribuire al confronto pubblico più largo possibile. E’ previsto un convegno per il quale è stata indicata la data del 10 settembre.