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Piano per la pace in Ucraina scritto da un gruppo di diplomatici non più in servizio attivo

Da un post di Domenico Gallo

Finalmente un piano per costruire la pace.

La guerra in Ucraina prodotta dall’aggressione russa sta degenerando verso scenari devastanti, che potrebbero mettere in pericolo la vita di milioni di persone e sfociare in un “inverno nucleare”. A fronte dell’annessione illegale del Donbass e di due altre regioni ucraine, approvata dalla Duma dopo il recente referendum farsa, il governo di Kiev ha firmato un decreto che vieta qualsiasi trattativa con Mosca e ha chiesto ufficialmente l’adesione alla NATO, pur consapevole che la richiesta è irricevibile.

Putin ha già dichiarato che se la sicurezza nazionale russa fosse messa in pericolo dall’avanzata ucraina sostenuta dalla NATO, il ricorso all’arma atomica diverrebbe plausibile, in accordo con la dottrina strategica militare russa. La reazione della NATO, di fronte all’impiego dell’arma nucleare tattica, sarebbe devastante ed esporrebbe la Russia a gravi rappresaglie, che sfocerebbero in uno scontro nucleare simmetrico.

Dopo mesi di guerra e di perdite umane le posizioni di entrambe le parti si sono irrigidite. I falchi russi chiedono un utilizzo della forza senza remore, fino all’uso dell’arma nucleare tattica; ma anche nel campo occidentale molteplici sono le pulsioni per una continuazione del conflitto fino alla resa totale di Mosca.

Un tale scenario apocalittico fa orrore. E’ necessario per tutte le donne e gli uomini di buona volontà contrastarlo. Le armi devono tacere e cedere il passo alla diplomazia.

Neutralità dell’Ucraina e status dei territori contesi sono parti essenziali di una mediazione che possa stabilizzare la regione.

Come diplomatici, abituati da anni di esperienza all’analisi oggettiva delle relazioni internazionali, denunciamo i crimini atroci commessi contro l’umanità. Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime della guerra che ha provocato migliaia di morti e feriti, milioni di profughi e senza tetto, la repressione dei dissidenti e dei coscritti in fuga.

Inoltre, ricordiamo che i costi economici causati dalla guerra sono pagati dagli strati sociali più deboli dell’Europa e dell’Africa, in cui stanno crescendo disuguaglianza, povertà e sofferenza di tanti innocenti.

Sentiamo pertanto il dovere di rivolgere un appello al governo italiano affinché si faccia promotore in sede europea di una forte iniziativa diplomatica mirante all’immediato cessate il fuoco e all’avvio di negoziati tra le parti. Italia, Francia e Germania – a cui si unirebbero auspicabilmente altri Paesi dell’Unione – possono influire, assieme alle Istituzioni europee, sulla strategia della NATO con una postura di fermezza, nell’ambito della solidarietà atlantica, come è accaduto altre volte in passato.

Tale iniziativa contribuirebbe altresì al rafforzamento e allo sviluppo di una politica estera e di sicurezza comune: presupposto imprescindibile per la realizzazione di una Unione politica e federale europea.

E’ vitale delineare una proposta di mediazione credibile che, partendo dagli accordi di Minsk, tracci un percorso per giungere a un negoziato globale guidato dai principi della sicurezza in Europa. Devono essere ribadite le linee ispiratrici della coesistenza e della legalità internazionale: ossia l’inaccettabilità dell’uso della forza per l’acquisizione di territori, l’autodeterminazione dei popoli, la protezione delle minoranze linguistiche europee.

Primo obiettivo è il cessate il fuoco e l’avvio immediato di negoziati tra le parti al fine di pervenire:

1) al simmetrico ritiro delle truppe e delle sanzioni;

2) alla definizione della neutralità dell’Ucraina sotto tutela dell’ONU;

3) allo svolgimento di referendum gestiti da Autorità internazionali nei territori contesi.

La convocazione di una Conferenza sulla Sicurezza in Europa sarà, infine, lo strumento del ritorno allo spirito di Helsinki e alla convivenza pacifica tra i popoli europei.

Roma, 11 ottobre 2022

https://www.pressenza.com/it/2022/10/piano-per-la-pace-in-ucraina-scritto-da-un-gruppo-di-diplomatici-non-piu-in-servizio-attivo/