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12 Raccolti: In compagnia di Maria … giovane e innamorata

Canto: VOI SIETE DI DIO

Tutte le stelle della notte le nebulose, le comete
il sole su una ragnatela è tutto vostro e voi siete di Dio.

Tutte le rose della vita il grano, i prati, i fili d’erba
i mari, i fiumi, le montagne è tutto vostro e voi siete di Dio.

Tutte le musiche e le danze i grattacieli, le astronavi
i quadri, i libri, le culture è tutto vostro e voi siete di Dio.

Tutte le volte che perdono quando sorrido e quando piango
quando mi accorgo di chi sono è tutto vostro e voi siete di Dio.
È tutto nostro e noi siamo di Dio.

Preghiamo

Ti ringraziamo, Signore, per il dono della fede, che ci hai donato nel giorno del Battesimo, e che risplende in pienezza in Maria, che ha creduto alla Tua Parola e ha detto il suo “Eccomi”.

Ti ringraziamo, Signore, per il dono della speranza, che ci sostiene nel cammino della vita e che sa vedere e amare ciò che ancora non c’è; anch’essa risplende in Maria, donna giovane, che sotto la croce ha sperato nella risurrezione, e nel cenacolo ha atteso con fiducia lo Spirito Santo.

Ti ringraziamo, Signore, per il dono dell’amore, che rimane in eterno e ci permette di incontrarti in ogni uomo; dacci la sollecitudine di Maria, donna innamorata, nel muoverci verso chi attende di incontrarti.

Ti ringraziamo, Signore, per Maria nostra Madre, modello di ogni virtù, vergine prudente, donna forte, esempio di giustizia; lode a Te che ci offri questo tempo di ascolto e di crescita nella fede; a Te, che vivi e regni con il Figlio e lo Spirito Santo sia gloria nei secoli.

Canto alla parola OGNI MIA PAROLA

Come la pioggia e la neve, scendono giù dal cielo

e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra,

così ogni mia Parola non ritornerà a Me,

senza operare quanto desidero, senza aver compiuto ciò per cui

l’avevo mandata. Ogni mia Parola. Ogni mia Parola.

1° Momento: Maria donna Giovane

Dal vangelo secondo Luca

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una giovane vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».  A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.  L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.  Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».  Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».  Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.   Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

In ascolto di Giovanni Paolo II

1° Lett.    Non esiterei a dire che è Lei la figura luminosa della giovinezza, vissuta in tutta la sua intensità e bellezza davanti a Dio, l’eternamente giovane. “La giovinezza di per se stessa è una singolare ricchezza dell’uomo, di una ragazza o di un ragazzo, e il più delle volte viene vissuta dai giovani come una specifica ricchezza”. Quest’oggi vogliamo guardare a Maria, modello di voi giovani. Maria è giovane nella Sua verginità: in quanto Vergine, Ella è totalmente disponibile nel lasciarsi condurre sulle vie misteriose del disegno di salvezza che il Signore ha predisposto per Lei. Questa docilità, questa apertura totale alle sorprese di Dio, la rendono giovane nella maniera più bella. È infatti, proprio dei giovani essere aperti al futuro e per questo essi costituiscono il terreno dove il domani di Dio viene a porre radici nel presente degli uomini. Carissimi giovani, guardando a Maria imparate a scoprire il volto più bello della vostra giovinezza: l’appartenere al futuro di Dio, l’essere come le sentinelle e gli avamposti del suo domani nell’oggi del tempo. Non abbiate paura di aprirvi con tutto il vostro entusiasmo al progetto divino; siate suoi, totalmente suoi, come lo è stata Maria, la giovane che ha accolto il dono sorprendente del Signore e si è lasciata docilmente guidare sulle vie misteriose della sua provvidenza.

2° Lett.    Maria è giovane nella sua maternità: in quanto Madre, Ella dona con gratuità quello che gratuitamente ha ricevuto. Non si chiude in se stessa, non pretende di catturare in sé il dono dell’Altissimo, ma va prontamente a portarlo agli altri e genera il Figlio di Dio incarnato per redimere l’intera umanità. Questa gratuità, fatta di prontezza, di attenzione, di tenerezza e di gesti concreti è l’altro volto della giovinezza di Maria. Guardando a Lei impariamo che giovane è chi sa cominciare sempre di nuovo ad amare, chi non aspetta l’iniziativa altrui, ma sa essere il primo nell’amore. Ella ci insegna così che la giovinezza è dono, attenzione per l’altro, capacità di venirgli incontro e di servirlo nella concretezza, nella fedeltà, nell’umiltà di gesti semplici. Siate giovani così, miei carissimi amici: guardando a Maria, imparate a vivere la vostra giovinezza come dono da accogliere e da condividere con i vostri fratelli, come partecipazione all’eterna giovinezza dell’amore di Dio, che non solo non si stanca mai di circondare le creature con la sua misericordia, ma fa sentire a ognuno la sua presenza provvidente e con sempre rinnovata iniziativa lo conduce verso il compimento del suo disegno provvidenziale. Giovane, allora, è chi, fidandosi del Signore, comincia sempre di nuovo ad amare e vive la propria esistenza come servizio gratuito e generoso, pronto a rischiare la propria vita per la causa del Regno, nell’umile e fiduciosa sequela di Cristo.

3° Lett.    Maria è inoltre giovane in quanto è la Sposa, la creatura in cui il cielo e la terra si sono uniti in alleanza nuziale: A voi soprattutto, cari giovani, Maria annunzia questa buona novella che dischiude il cuore alla condivisione; a voi rivolge l’invito pressante a impegnare coraggiosamente la vostra giovinezza per costruire rapporti di fedeltà, di dialogo e di aperta solidarietà nei confronti di tutti. Maria vi invita, cari amici, ad essere soprattutto giovani ricchi di speranza, capaci di accogliere i grandi disegni che Dio ha stabilito per ciascuno. Guardate a Maria, cantate con Lei il Magnificat della fedeltà e della riconoscenza, ripetete con Lei il “Si” alla volontà divina, preparate in voi il mondo nuovo di Dio, i cieli nuovi e la terra nuova, in cui avrà stabile dimora la giustizia. Siate giovani dal cuore nuovo, anticipo d’eterno nel tempo che passa, segni e profeti della speranza che vince il dolore, lo scoraggiamento e la morte. Figli di Maria e seguaci coraggiosi di Cristo.  Vi insegni Maria, ad essere giovani aperti ai grandi ideali. La forza dello Spirito, che ha operato in Lei, opererà anche in voi, se lo vorrete, e farà di voi i costruttori del Regno, gli operai umili, credibili ed efficaci del Vangelo della carità e della gioia.

Canto MAGNIFICAT

Dio ha fatto in me cose grandi. Lui, che guarda l’umile servo

e disperde i superbi nell’orgoglio del cuore.

L’anima mia esulta in Dio, mio Salvatore. L’anima mia esulta in Dio, mio Salvatore.

La sua salvezza canterò.

Lui, Onnipotente e santo. Lui, abbatte i grandi dai troni

e solleva dal fango il suo umile servo.

Lui, misericordia infinita. Lui, che rende povero il ricco

e ricolma di beni chi si affida al suo amore.

Lui, amore sempre fedele. Lui, guida il suo servo Israele

e ricorda il suo patto stabilito per sempre.

Preghiamo

Il celebrante:

A Te, Maria, giovane nell’eterna giovinezza di Dio,

Madre dei giovani e segno di speranza luminosa per tutti,

a Te  affido questi giovani, perché guardando a Te e aiutati da Te

imparino ad essere come Te docili alla divina parola e al divino silenzio,

come Te ricchi di amore, gratuitamente ricevuto e gratuitamente donato,

come Te capaci di reciprocità e di anticipazione, profezia vivente del Regno di Dio nel presente del mondo.

Prega per noi, o giovane donna di Galilea, Vergine accogliente, Madre dell’Amore, Sposa dell’Alleanza,

che sei il modello vivente, la tenera Madre e la compagna fedele dei giovani, speranza del mondo.

Giovanni Paolo II

2° Momento: Maria donna Innamorata

dal Cantico dei Cantici

Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline.
Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e mi dice:
“Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.
Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro”.

In ascolto di don Tonino Bello

1° Lett.   I love you. Je t’aime. Te quiero. Ich liebe Dich. Ti voglio bene, insomma.

              Io non so se ai tempi di Maria si adoperassero gli stessi messaggi d’amore, teneri come giaculatorie e rapidi come graffiti, che le ragazze di oggi incidono furtivamente sul libro di storia o sugli zaini colorati dei loro compagni di scuola. Penso, però, che, se non proprio con la penna a sfera sui jeans, o con i gessetti sui muri,  con gli sms o su messenger, le adolescenti di Palestina si comportassero come le loro coetanee di oggi. Con «stilo di scriba veloce» su una corteccia di sicomòro, o con la punta del vincastro sulle sabbie dei pascoli, un codice dovevano pure averlo per trasmettere ad altri quel sentimento, antico e sempre nuovo, che scuote l’anima di ogni essere umano quando si apre al mistero della vita: ti voglio bene! Anche Maria ha sperimentato quella stagione splendida dell’esistenza, fatta di stupori e di lacrime, di trasalimenti e di dubbi, di tenerezza e di trepidazione, in cui, come in una coppa di cristallo, sembrano distillarsi tutti i profumi dell’universo. Ha assaporato pure lei la gioia degli incontri, l’attesa delle feste, gli slanci dell’amicizia, l’ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo.

2° Lett.   Una sera, un ragazzo di nome Giuseppe prese il coraggio a due mani e le dichiarò: «Maria, ti amo». Lei gli rispose, veloce come un brivido: «Anch’io». nell’iride degli occhi le sfavillarono, riflesse, tutte le stelle del firmamento. Le compagne, che sui prati sfogliavano con lei i petali di verbena, non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura. Il sabato la vedevano assorta nell’esperienza sovrumana dell’estasi, quando, nei cori della sinagoga, cantava: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora ti cerco: di te ha sete l’anima mia come terra deserta, arida, senz’acqua». Poi la sera rimanevano stupite quando, raccontandosi a vicenda le loro pene d’amore sotto il plenilunio, la sentivano parlare del suo fidanzato, con le cadenze del Cantico dei cantici: «Il mio diletto è riconoscibile tra mille… I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua… Il suo aspetto è come quello del Libano, magnifico tra i cedri…». Per loro, questa composizione era un’impresa disperata. Per Maria, invece, era come mettere insieme i due emistichi d’un versetto dei salmi. Per loro, l’amore umano che sperimentavano era come l’acqua di una cisterna: limpidissima, sì, ma con tanti detriti sul fondo. Bastava un nonnulla perché i fondigli si rimescolassero e le acque divenissero torbide. Per lei, no. Non potevano mai capire, le ragazze di Nazareth, che l’amore di Maria non aveva fondigli, perché il suo era un pozzo senza fondo.

Canto SERVO PER AMORE

Una notte di sudore,  sulla barca in mezzo al mare,

e mentre il cielo s’imbianca già,  tu guardi le tue reti vuote.

Ma la voce che ti chiama, un altro mare ti mostrerà,

e sulle rive di ogni cuore, le tue reti getterai.

Offri la vita tua, come Maria, ai piedi della croce,

e sarai servo, di ogni uomo, servo per amore,

sacerdote dell’umanità.

Avanzavi nel silenzio, fra le lacrime speravi,

che il seme sparso davanti a te, cadesse sulla buona terra.

Ora il cuore tuo è in festa, perché il grano biondeggia ormai,

è maturato sotto il sole, puoi riporlo nei granai.

Pensiero del Celebrante

Preghiamo

Santa Maria, donna innamorata Facci capire che l’amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall’unico incendio di Dio. Ma facci comprendere anche che, con lo stesso fuoco, oltre che accendere lampade di gioia, abbiamo la triste possibilità di fare terra bruciata delle cose più belle della vita.

Santa Maria, donna innamorata, se è vero, come canta la liturgia, che tu sei la «Madre del bell’amore», accoglici alla tua scuola. Insegnaci ad amare. È un’arte difficile che si impara lentamente. Perché si tratta di liberare la brace, senza spegnerla, da tante stratificazioni di cenere.

Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare senza chiedere. Essere discreti al limite del silenzio. Desiderare la felicità dell’altro.

Santa Maria, donna innamorata, visto che il Signore ti ha detto: «Sono in te tutte le mie sorgenti», facci percepire che è sempre l’amore la rete sotterranea di quelle lame improvvise di felicità che, in alcuni momenti della vita, ti trapassano lo spirito, ti riconciliano con le cose e ti danno la gioia di esistere.

Solo tu puoi farci cogliere la santità che soggiace a quegli arcani trasalimenti dello spirito, quando il cuore sembra fermarsi o battere più forte, dinanzi al miracolo delle cose: i pastelli del tramonto, il profumo dell’oceano, la pioggia nel pineto, l’ultima neve di primavera, gli accordi di mille violini suonati dal vento, tutti i colori dell’arcobaleno… Vaporano allora, dal sottosuolo delle memorie, aneliti religiosi di pace, che si congiungono con attese di approdi futuri, e ti fanno sentire la presenza di Dio.

Canto finale AVE MARIA

Ave Maria, ave. Ave Maria, ave.

Donna dell’attesa e madre di speranza  ora pro nobis.

Donna del sorriso e madre del silenzio ora pro nobis

Donna di frontiera e madre dell’ardore ora pro nobis.

Donna del riposo e madre del sentiero ora pro nobis.

Donna del deserto e madre del respiro ora pro nobis

donna della sera e madre del ricordo ora pro nobis

donna del presente e madre del ritorno ora pro nobis

donna della terra  e madre dell’amore ora pro nobis.