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Elezioni Europee 8-9 giugno 2024 – Oltre le armi: la nonviolenza come pilastro della sicurezza e del futuro dell’UE

Nell’avvicinarsi del prossimo appuntamento elettorale (8 e 9 giugno 2024) per la composizione del Parlamento europeo pubblichiamo il documento redatto da PAX CHRISTI international che individua alcune priorità di azione da sottoporre ai prossimi europarlamentari.

Per parte nostra, è forse superfluo raccomandare il doveroso discernimento sollecitare la partecipazione al voto per ridurre l’astensionismo, comportamento pericoloso per la democrazia. Rivolgendoci a candidati disposti a lavorare:

  • per un ‘Europa dei popoli e non al servizio del sistema militar-industriale-finanziario.
  • per un’ Europa inclusiva e non esclusiva, un’ Europa accogliente e non respingente.
  • per un’ Europa solidale e non egoista ed indifferente.

Dichiarazione di Pax Christi International sulle elezioni del Parlamento dell’Unione Europea (il testo integrale):

In mezzo a sfide in corso come le ripercussioni post-pandemiche, l’instabilità economica, l’estremismo e la guerra, l’Unione Europea affronta un’elezione cruciale dal 6 al 9 giugno 2024, determinando la sua direzione per i prossimi cinque anni. Pax Christi International, fondata dopo la Seconda Guerra Mondiale per promuovere la riconciliazione e la pace in un mondo diviso, sottolinea l’importanza della costruzione della pace nonviolenta nel mondo di oggi. Chiediamo ai futuri Eurodeputati di rafforzare la reputazione dell’Unione Europea come sostenitrice globale della pace, della democrazia e dei diritti umani, prioritizzando la pace e la sicurezza umana nel loro mandato.

1. Pace e sicurezza dell’Unione Europea

Gli Eurodeputati devono agire per una rivalutazione della strategia di sicurezza dell’UE, dando priorità ai principi di pace e solidarietà, integrando soluzioni nonviolente con la difesa militare e riallocando risorse verso iniziative che favoriscano una pace duratura e la dignità umana per un futuro sicuro e prospero. La recente recrudescenza della violenza in Europa sottolinea la necessità di approcci comprensivi per affrontare i conflitti. Che siano interni o esterni, i conflitti rappresentano una minaccia significativa per la stabilità e richiedono risposte articolate che vanno oltre i metodi militari tradizionali. La storia dell’Europa è segnata da numerosi conflitti, che evidenziano la complessità delle dinamiche di sicurezza e il ruolo cruciale di strategie diversificate di peacebuilding e di risoluzione dei conflitti. Date le attuali sfide globali ed europee, è essenziale rivalutare le nostre strategie di sicurezza e di difesa. Le politiche di deterrenza, che mirano a promuovere la stabilità, spesso aggravano le tensioni e la proliferazione delle armi. Affidarsi esclusivamente a mezzi militari esacerba i conflitti anziché affrontarne le cause profonde. Chiediamo pertanto una strategia più completa, allineata ai principi di pace e solidarietà della Dichiarazione Schuman. Papa Francesco ha affermato che: “È giunto il momento di dire un no deciso alla guerra, di affermare che le guerre non sono giuste, ma lo è solo la pace”. L’approccio della Pace Giusta incarna questa filosofia, riecheggiando i valori di pace e solidarietà sostenuti dalla Dichiarazione di Schuman, favorendo soluzioni nonviolente e riconoscendo al contempo la necessità di una difesa militare in determinate circostanze. Tuttavia, le attuali risposte fornite dall’Unione Europea non pongono l’accento sul rafforzamento degli approcci nonviolenti. Pertanto, chiediamo che le istituzioni Europea diano alle strategie nonviolente la stessa priorità di quella data alle misure di difesa tradizionali. Ispirati dalla Dichiarazione di Schuman e dall’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”, siamo chiamarti ad integrare i principi morali ed il diritto internazionale nelle nostre strategie di difesa. Azioni nonviolente come la diplomazia, la mediazione, la formazione alla risoluzione dei conflitti e le iniziative di dialogo comunitario dovrebbero essere centrali nella visione di una società pacifica per il futuro. La spesa eccessiva per armamenti devia risorse da iniziative che promuovono la dignità umana e la pace duratura, contraddicendo l’etica della solidarietà e alimentando la paura all’interno dell’Unione Europea.

Un approccio di Pace Giusta richiede un impegno a trasformare i conflitti, spezzare i cicli della violenza e stabilire una pace sostenibile radicata nel rispetto dei diritti umani e della natura. Dare priorità alla Pace Giusta apre la strada ad un futuro più sicuro e prospero per tutti.

2. Coinvolgimento della società civile

Gli Eurodeputati devono attenersi al rispetto dell’articolo 11 del Trattato sull’Unione Europea coinvolgendo movimenti nonviolenti, la società civile e i giovani nella processo decisionale, garantendo l’allineamento delle stesse con le preferenze dei cittadini, dando priorità alla Pace Giusta e ai diritti umani e contribuendo efficacemente a definire il futuro dell’UE. Rafforzare il ruolo chiave dell’UE a livello globale nella promozione della pace e della solidarietà, abbracciando il cambiamento sociale, è vitale per un futuro pacifico, equo e sostenibili e coinvolgere i movimenti nonviolenti e la società civile nel processo decisionale è essenziale per garantire un allineamento con i desideri e i bisogni dei cittadini dell’UE. La collaborazione proattiva tra le istituzioni dell’UE e questi attori, attingendo all’esperienza evidenziata nell’Esortazione Apostolica “Laudate Deum”, può efficacemente permettere di dare priorità alla Pace Giusta e ai diritti umani nei quadri di sicurezza, affrontando le lacune spesso trascurate dalla comunità internazionale. Coinvolgere i giovani nei processi decisionali è vitale, riconoscendoli però come partecipanti attivi, non solo come beneficiari. Sostenere iniziative che coinvolgano i giovani nella promozione e nell’attuazione della Pace Giusta è cruciale. Programmi come il Corpo Europeo di Solidarietà e il Corpi Civile di Pace svolgono ruoli fondamentali nel promuovere questo impegno tra i giovani cittadini e residenti dell’UE.

3. Cambiamento climatico

Gli Eurodeputati devono dare priorità alla sostenibilità ambientale, combattere il cambiamento climatico e garantire che le iniziative di energia rinnovabile rispettino le comunità locali e promuovano l’equità globale. Basandoci sui principi dell’Enciclica di Papa Francesco “Laudato Si’!”, sosteniamo la necessità di dare priorità alla sostenibilità e alla responsabilità ambientale e di affrontare le cause profonde del cambiamento climatico. Le iniziative promosse per incrementare le energie rinnovabili non devono perpetuare le disuguaglianze con il Sud Globale. Le politiche dovrebbero essere guidate dal riconoscimento della Terra come bene comune, garantendo un’Europa più verde senza compromettere l’attuazione dei diritti umani rispetto agli interessi commerciali in tutto il mondo. Includendo l’ecospiritualità nelle agende politiche, possiamo efficacemente promuovere un cambiamento culturale verso pratiche sostenibili.

4. Sulla relazione con l’America Latina ed i Caraibi

L’UE deve rivedere le sue relazioni con l’America Latina, dando priorità al rispetto dei diritti delle comunità indigene, afro-discendenti e meticce sulla terra e sulle risorse, enfatizzando la collaborazione e attuando un rigoroso processo di diligenza dovuta (due diligence) per prevenire ulteriori danni. L’UE deve rivedere immediatamente le sue relazioni con l’America Latina, in particolare per quanto riguarda lo sfruttamento della terra e delle risorse che causano un impatto negativo sulle comunità indigene, afro-discendenti e meticce. L’attuale coinvolgimento dell’UE spesso esacerba lo sfruttamento e l’emarginazione dei territori e delle popolazioni locali. È indispensabile implementare un approccio più rispettoso, che sostenga i diritti e la sovranità di tutte le comunità interessate. Basare la relazione affidandosi meramente ai partenariati economici e all’estrazione delle risorse non permette di creare una relazione tra regioni che permetta di affrontare le problematiche di fondo.

Le iniziative che promuovono la collaborazione tra UE e l’America Latina sono essenziali per dare voce a queste comunità, salvaguardare i loro diritti fondiari e promuovere lo sviluppo sostenibile. L’attuazione di un solido processo di due diligence è necessaria per garantire la responsabilità degli attori coinvolti e prevenire il perpetuare dei danni alle comunità vulnerabili.

5. Sulla relazione con le regioni dell’Africa e del Medio Oriente

Gli Eurodeputati devono dare priorità all’impegno diplomatico e alla risoluzione dei conflitti in Africa e nel Medio Oriente, sostenendo approcci nonviolenti per affrontare le cause profonde delle migrazioni forzate e promuovere una pace sostenibile. Le migrazioni giocano un ruolo cruciale nelle sfide che l’Europa affronta, sottolineando la necessità di lavorare attivamente per ridurre i conflitti in Africa e nel Medio Oriente. È imperativo stabilire partnership reciprocamente vantaggiose con i paesi dove il coinvolgimento europeo nella ricerca di risorse potrebbe contribuire involontariamente ad esacerbare una tumultuosa situazione politica già esistente. Estendere semplicemente l’ospitalità e migliorare l’integrazione dei rifugiati sono azioni lodevoli, ma rappresentano solo una frazione di ciò che è veramente necessario fare. Per affrontare in modo completo le sfide poste dalle migrazioni forzate, è essenziale approfondire e affrontare le cause profonde che spingono individui e comunità a fuggire nella disperazione dalle proprie case. Inoltre, non si può ignorare il ruolo dell’UE nell’incremento dei conflitti nelle due regioni. La ricerca e lo sfruttamento delle risorse spesso esaspera involontariamente l’instabilità politica e il conflitto. È imperativo che l’UE riesamini le sue strategie e si impegni nel rafforzare le relazioni diplomatiche, le iniziative di risoluzione dei conflitti, i progetti di sviluppo sostenibile e si sforzi maggiormente per promuovere una buona governance e i diritti umani. Dare priorità ad approcci nonviolenti e favorire condizioni sociali che promuovano la dignità umana e la pace sostenibile è cruciale nel mitigare i conflitti e promuovere la stabilità in queste regioni.

(Bruxelles, 18 aprile 2024)