Mail YouTube

Oltre centomila sudanesi giunti in Libia con meta l’Europa

Lo ha detto recentemente Filippo Grandi, alto ufficiale delle Nazioni Unite per i rifugiati, intervistato su RAI 3.

La guerra in Sudan è coperta dal silenzio internazionale, ma presto arriverà da noi coi sudanesi che dalla Libia cercano di venire in Europa. Il silenzio nasconde pesanti complicità. Quella degli Stati stranieri che stanno dietro questa guerra e la alimentano fornendo armi, nonostante l’embargo delle armi in atto.

Dietro lo scontro tra l’esercito regolare del presidente al Burhan e il suo vice Dagalo che comanda le Forze di Supporto Rapido (FSR), gli interessi in gioco hanno un carattere internazionale in quanto il Sudan rappresenta un trampolino di lancio dalla Penisola Arabica all’Africa ed ha risorse molto appetibili.

I sudanesi fuggono da una guerra che dall’aprile 2023 ha provocato un numero incalcolabile di morti, oltre 11 milioni di sfollati interni e rifugiati, e circa 27 milioni persone ridotte alla fame.

Orribili massacri, stragi feroci e indiscriminate, pesanti bombardamenti, hanno portato il paese a un totale collasso. A ciò si aggiunge  un’epidemia di colera, ancora in atto, e forti alluvioni che costringono a fuggire. I satelliti, ormai, fotografano pile di cadaveri nei cimiteri improvvisati vicino ai campi di battaglia; hanno individuato decine di fosse comuni a El Fasher nel Darfur e ne hanno inquadrate altre al confine con il Sud Sudan.

Ma quando i sudanesi sbarcheranno da noi, alcune forze politiche grideranno: “Stiano a casa loro!”; Bloccheranno le navi dei soccorsi, così affogheranno in mare e poi respingeranno nei lager libici gli scampati al naufragio. Nessuna forza politica denuncerà  le collusioni e gli appoggi internazionali alla guerra sudanese, l’indifferenza della comunita internazionale o chiederà il rispetto dell’embrago delle armi. Non si dirà nulla sul fatto che l’Europa, almeno fino al 2019, ha finanziato una delle due parti in lotta: i guerriglieri “janjawid” del Darfur, detti tagliagola per la loro brutalità, affinchè fermassero i sudanesi lungo la rotta libica.

Figurarsi poi se oseranno smuovere la diplomazia europea, perché lavori per un cessate il fuoco in Sudan!

Ora, i migranti sudanesi sono in Libia ma arriveranno… perché il flusso è irreversibile.

Già a febbraio 2024, il quotidiano Sudan Tribune segnalava che oltre 400mila rifugiati sudanesi erano giunti in condizioni “miserabili” a Kufra, città al confine con il Ciad di 60mila abitanti, non in grado di accoglierli. Per l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), il loro numero effettivo era addirittura il doppio.

Ad alimentare questo flusso di disperati in Libia ha inciso anche l’abrogazione, lo scorso novembre, da parte del generale golpista del Niger, Tiani, della legge che criminalizzava i nigerini che aiutavano i migranti ad attraversare il deserto. E’ stata così abbattutta quella che l’Europa chiamava “la sua frontiera a sud” che presidiava finanziando uomini armati per fermare l’esodo dei migranti che ora è diventata, invece, una porta aperta verso l’Algeria e la Libia.