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Tunisia alle Urne: scarsa affluenza, arresti e il pericolo di una deriva autoritaria

Di Kafka arrossisce

Le elezioni parlamentari in Tunisia, tenutesi nel dicembre 2023, rappresentano un punto critico per la fragile democrazia del paese nordafricano. Nonostante il voto sia stato promosso come un’importante tappa verso il consolidamento democratico, la realtà che emerge dai dati e dagli eventi che hanno caratterizzato queste elezioni è molto diversa. Le questioni legate alla scarsa affluenza alle urne, gli arresti dei candidati e il crescente controllo autoritario del presidente Kaïs Saïed sollevano preoccupazioni sul futuro democratico della Tunisia.

Votazioni in Tunisia…
Riconferma di Saied con l’89% dei consensi. Ha votato il 27% degli aventi diritto.

Scarsa Affluenza: Segnale di Disillusione

Uno degli elementi più significativi di queste elezioni è stata la drammatica scarsa affluenza alle urne. Secondo le stime ufficiali, solo circa l’11% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne, un calo preoccupante rispetto alle elezioni precedenti. Questo dato è un chiaro segnale della crescente disillusione della popolazione nei confronti della classe politica e delle istituzioni democratiche. La Tunisia, considerata per anni l’unico successo delle Primavere Arabe, ha visto il deteriorarsi della fiducia nelle sue istituzioni democratiche a causa di una prolungata crisi economica, della disoccupazione e di una gestione politica percepita come inefficace e corrotta.

La bassa partecipazione riflette anche un boicottaggio de facto da parte di molti partiti e movimenti della società civile che hanno criticato la mancanza di trasparenza e la riduzione degli spazi di discussione politica. Molti cittadini, delusi dai governi che si sono succeduti dopo la rivoluzione del 2011, hanno percepito queste elezioni come una farsa, priva di reale potere di cambiamento.

Arresti di Candidati: Una Minaccia per la Libertà Politica

A complicare ulteriormente la situazione, diverse organizzazioni per i diritti umani e osservatori internazionali hanno denunciato arresti di candidati durante la campagna elettorale. Molti di questi arresti sembrano essere stati motivati politicamente, volti a silenziare le voci critiche nei confronti dell’attuale governo. Gli arresti hanno riguardato attivisti, giornalisti e oppositori politici, in un contesto in cui la libertà di espressione e di partecipazione politica è sempre più limitata.

Questi eventi si inseriscono in una tendenza più ampia di accentramento del potere nelle mani del presidente Kaïs Saïed, che nel 2021 ha sospeso il parlamento, sciolto il governo e assunto poteri straordinari attraverso decreti presidenziali. Sebbene Saïed abbia giustificato queste misure come necessarie per combattere la corruzione e ripristinare l’ordine, molti osservatori vedono in queste azioni una deriva autoritaria che minaccia i principi democratici.

Il Pericolo Democratico: Il Declino della Tunisia Post-Rivoluzionaria

La Tunisia, una volta lodata come esempio di transizione democratica pacifica, si trova ora in un momento di forte crisi politica. Le elezioni del 2023 sono viste da molti come l’ultimo colpo a una democrazia che già vacillava. La crescente concentrazione del potere nelle mani del presidente, unita alla repressione delle opposizioni e al controllo dei media, ha portato molti a temere che il paese stia scivolando verso un sistema autoritario.

In questo contesto, il ruolo della comunità internazionale diventa cruciale. Le organizzazioni per i diritti umani e i governi stranieri hanno espresso preoccupazioni per l’evoluzione della situazione in Tunisia, ma le azioni concrete tardano ad arrivare. Senza una forte pressione internazionale e un risveglio della società civile tunisina, il rischio è che le conquiste democratiche degli ultimi dieci anni vengano progressivamente erose.

Le elezioni tunisine del 2023 rappresentano un momento di profonda riflessione per il paese e per il mondo intero. La scarsa affluenza, gli arresti dei candidati e l’accentramento del potere sono segnali preoccupanti di un possibile ritorno all’autoritarismo. La Tunisia si trova ora a un bivio: riuscirà a risollevare la sua democrazia o scivolerà definitivamente verso una dittatura? La risposta dipenderà non solo dalla leadership del paese, ma anche dal coinvolgimento attivo dei cittadini tunisini e dalla pressione della comunità internazionale per preservare i diritti e le libertà fondamentali conquistati con la rivoluzione.